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Rete display e rete di ricerca

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Rete display e rete di ricerca

Concetti chiave

L’inserzionista pagherà solo se avviene il clic sul proprio annuncio. Le posizioni a pagamento sono limitate, quindi l’asta non potrà essere vinta da tutti gli inserzionisti.

Non sai se scegliere la rete display o la rete di ricerca? Scopri le differenze e migliora la tua attività in base ai tuoi obiettivi.

1. Rete di Ricerca vs Rete Display

2. L’asta delle Parole Chiave

3. Come impostare una campagna su AdWords

Cos'è Google AdWords?

Google AdWords è il servizio pubblicitario di Google per le aziende che vogliono mostrare i propri annunci nei risultati di ricerca di Google e nella sua rete di siti.

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≪Sono Top Contributor di Google Ads e di Google My Business. Nel mio percorso di studio, la decisione di passare dall'adv tradizionale a quella digitale, è stata azzeccata. Google Ads mi ha sempre incuriosito, così ho deciso di approfondire e il mio lavoro di Google Ads Account Manager mi dà grande soddisfazione! Google My Business è uno strumento straordinario e in poche mosse può dare un grande aiuto. Se vengono uniti, sono ancora più potenti!≫

Gloria Bassi - Top Contributor di Google Ads e di Google My Business.

1. Rete di Ricerca vs Rete Display

Si può creare una campagna sulla rete Ricerca di Google, dove gli annunci a pagamento compaiono sopra i risultati organici restituiti dal motore e sono contrassegnati da una specifica etichetta, a fronte di una query di ricerca. La rete Ricerca si basa sull’acquisto di parole chiave ed è tipicamente “pull”, cioè l’utente chiede (tramite ricerca) e ottiene dei risultati pertinenti a ciò che sta cercando.

La rete Display, invece, è un mezzo “push”, l’utente non sta effettuando una ricerca ma vede dei banner pubblicitari (immagini o video) mentre naviga nei siti web. I banner possono essere realizzati dal reparto grafico dell’azienda ed essere caricati su Google Ads, oppure possono essere creati direttamente dal pannello. In questo secondo caso basterà caricare il logo dell’azienda, una o due immagini del prodotto e scrivere un testo; penserà poi il sistema a realizzare i diversi formati.

Ci sono moltissime tipologie di target: i banner possono essere mostrati a utenti potenzialmente interessati al prodotto o servizio offerto (segmenti di pubblico per affinità), oppure a utenti che sono sul punto di convertire (segmenti di pubblico in-market), o ancora per dati demografici (genere, età, stato parentale) e così via. Sono davvero tante le tipologie di target che possono essere utilizzate e davvero molto interessanti.

Generalmente la rete display viene utilizzata per creare awareness, quindi per far conoscere il brand o un prodotto in particolare. L’utente potenzialmente interessato, vedrà il banner e potrebbe poi fare una ricerca specifica per brand, o per tipo di prodotto.

Ecco allora che nel momento in cui il prospect si vuole documentare, è importante essere presenti con l’annuncio nella rete ricerca. Si suscita interesse con la Display, si cattura l’utente con la Search, nel momento in cui effettua una ricerca pertinente con il prodotto o servizio.

2. L’asta delle Parole Chiave

La rete ricerca di Google Ads funziona attraverso l’acquisto di parole chiave. A ogni ricerca dell’utente su Google, si scatena un’asta, dove gareggiano gli inserzionisti che fanno una offerta su una determinata chiave, pertinente alla ricerca dell’utente.

Per ogni chiave scelta, l’inserzionista dovrà assegnare un costo per clic massimo, quindi l’importo massimo che è disposto a pagare per il clic. Ciò significa che l’inserzionista stilerà una lista di parole importanti per il proprio business e sulle quale vuole investire.

Quando si paga? L’inserzionista pagherà solo se avviene il clic sul proprio annuncio. Le posizioni a pagamento sono limitate, quindi l’asta non potrà essere vinta da tutti gli inserzionisti.

Con che logica Google Ads mostra agli annunci a pagamento? Sfatiamo un mito: in molti pensano che basti pagare per essere primi. In realtà non è così, la grande forza di Google Ads è la qualità. Il sistema stima la qualità degli annunci, delle parole chiave e della pagina di destinazione. Annunci di qualità più elevata possono portare a prezzi più bassi e a migliori ranking dell’annuncio.

3. Come impostare una campagna su Google Ads

Prima di impostare una campagna bisogna avere ben chiaro l’obiettivo. Quale dovrà essere lo scopo della campagna? Potrebbe essere la vendita nel caso di un e-commerce, oppure la raccolta di contatti e iscrizioni alla newsletter.

Una volta chiarito l’obiettivo, pensiamo a come struttura le campagne. Ricordiamo che all’interno di un account Google Ads, possiamo avere più campagne. Ogni campagna può essere costituita da più gruppi annuncio. All’interno di ogni gruppo, avremo parole chiave e annunci che dovranno essere pertinenti tra loro.

Il fattore fondamentale è proprio la pertinenza: se abbiamo diversi prodotti dovranno essere create delle campagne o gruppi annunci dedicati.

Ogni gruppo dovrà essere focalizzato su una determinata tipologia di prodotto e conterrà parole chiave e annunci focalizzati su quello. Anche la pagina di destinazione - ovvero la pagina del nostro sito web dove atterreranno gli utenti - dovrà mostrare la categoria che stiamo pubblicizzando.

Ipotizziamo uno store che vende abbigliamento. Sarà consigliabile avere una campagna per le t-shirt, una per i costumi, una per i pantaloni e così via.

Suddividendo le tipologie di prodotti, Google Ads lavorerà meglio.

Per la ricerca dell’utente “t-shirt” si attiverà la chiave più pertinente, l’annuncio parlerà di magliette e al clic, l’utente atterrerà sulla pagina dedicata.

I miei consigli:

il budget funziona a livello di campagna: se abbiamo ampie categorie di prodotto, conviene creare due campagne, ognuna con il proprio budget. In questo modo non si rischia una “cannibalizzazione” dell’importo che siamo disposti a spendere. tracciare un obiettivo: utilizzare la conversione su Google Ads ci aiuta a capire se la nostra campagna sta funzionando e Google Ads è in grado di ottimizzarsi per conversione, quindi portare accessi più propensi a convertire. Autore: Gloria Bassi

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